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Il pellicano del Corpus Domini

עודכן: 5 ביולי 2020

Newsletter by Yisca Harani, June 2020. Traduzione di Rebecca Galante


La Chiesa Cattolica celebra da otto secoli,il giovedi dopo la Pentecoste,la Solennita’ del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo conosciuta come Corpus Domini. Annoverata tra le feste piu’ colorate e decorate della tradizione ecclesiastica,il Corpus Domini si posiziona nel quintetto di apertura...

In tutto il mondo troverete bellissime decorazioni realizzate con tappeti floreali che accompagnano la processione,il clero con il vescovo che mostra ai fedeli l’Ostensorio con l’ostia consacrata.





Tradizioni insolite, come “Il salto del diavolo” sui neonati, le troviamo a Castrillo de Murcia,vicino Burgos in Spagna









La Pentecoste rappresenta per la Chiesa Cattolica la fine delle feste pasquali durate 90 giorni (40 giorni di Quaresima che iniziano il Mercoledi delle Ceneri e altri 50 giorni dopo la Resurrezione che terminano con la discesa dello Spirito Santo sui discepoli,la Pentecoste). A questo punto la vita torna alla normalita’ e in men che non si dica arriva un’altra festa:il giovedi della seconda settimana successiva alla Pentecoste,la Chiesa ricorda la sacralita’ del pane dell’ultima cena: il Corpus Domini.


Per ragioni pratiche la Chiesa festeggera’ la ricorrenza di domenica. Nella foto accanto,nelle pagine dell’agenda francescana,potete vedere come la festa e’ evidenziata in rosso il giovedi e la domenica per i fedeli.



 

Per svariate ragioni la Chiesa Cattolica ha agitato ancora di piu’ le acque gia’ mosse in occasione della Pasqua del 1264 quando papa Urbano IV decise di glorificare l’Eucaristia, il Corpus Domini. Si tratta di una festa specifica della sola Chiesa Cattolica (senza omologo per le Chiese orientali o Protestanti) che riconosce la sacralita’ del pane benedetto durante la cerimonia dell’Eucarestia per intercessione dello Spirito Santo.

Perche’,dopo un periodo cosi intenso, si e’ sentito il bisogno di aggiungere una nuova ricorrenza per glorificare il corpo di Cristo, quando ormai la festa di Pasqua era lontana? Cristo dice ”questo e’ il mio corpo” durante l’ultima cena, la sua morte sulla croce e la resurrezione, il pasto consumato ad Emmaus dove si rivela gia’ che il Messia si riconosce da come spezza il pane!?


E da qui la chiave di volta per capire il particolare contesto storico in cui nasce questa festa:

Durante i secoli XII e XIII la Chiesa si sente minacciata per via della nascita di numerosi gruppi eretici(cristiani che si allontanano dal dogma della Chiesa istituzionale) che cercano una percezione di Gesu’ piu’spirituale opposta al significato della sua caducita’ materiale.

I rituali ecclesiastici basati sulla tangibilita delle cose rappresentavano,per gli eretici,un grande errore. Cosi la Chiesa, come risposta,decide di enfatizzare ancora di piu’ le cerimonie incrementando il significato della carne come tangibile. Da ora in poi, la teologia ecclesiastica dichiara che sull’altare il pane si trasforma in corpo e il vino in sangue (transustanziazione). E’ questa la prova scentifica, la dimostrazione che la carne si trasformi in pane dopo la consacrazione. Durante la Riforma Protestante e’ ancora piu’ essenziale per la Chiesa Cattolica enfatizzare questo processo di transustanziazione. La trasformazione della carne in pane acquisisce cosi solennita’ attraverso l’esposizione dell’ostia consacrata come vediamo nelle foto seguenti



 

Durante il periodo della controriforma (sec. XVI) I Re cattolici prendevano parte alla cerimonia del Corpus Domini ribadendo la loro fede e appartenenza alla Chiesa Cattolica.

Nella foto seguente vediamo l’imperatore Francesco Giuseppe che si immortala, insieme alla famiglia,in una foto ufficiale, davanti l’ostensorio contenente il pane benedetto.


 

Trasportare l’ostensorio contenente il sacramento fuori dalla Chiesa per mostrarlo in processione del Corpus Domini era un modo di “pubblicizzare il miracolo”. Gesu’ si era trasformato in pane cosi che tutti avrebbero ricevuto la benedizione.

Secondo la Chiesa, chiunque avrebbe fissato a lungo e con una certa devozione il pane sacro,avrebbe potuto intravedere macchie di sangue o Gesu’ stesso. Risalgono a questo periodo le accuse del sangue che inizialmente indicavano il furto del pane sacro e profanazione dello stesso pugnalandolo fino al sanguinamento. Che ruolo hanno avuto gli ebrei in questo contesto? Di questo argomento scomodo non ci occuperemo adesso.

Il Papa Urbano IV citato poc’anzi,recluta una delle piu’grande menti non solo della sua epoca ma nella storia della chiesa: Tommaso d’Aquino che comporra’gli inni per questa festa inserendovi all’interno il pensiero teologico della ricorrenza. Tommaso, monaco domenicano, filosofo e scrittore,compose diversi inni per la festa ancora in uso oggi.

Uno dei piu' famosi e’ “PANGE LINGUA”.

Notate come nell’inno “TANTUM ERGO” la percezione umana e’ confusa (ovvero cio’ che somiglia al pane,ha il sapore del pane, non e’ pane ma carne di Cristo) e l’unica chiave per l’interpretazione e’ la fede, quel rubinetto da cui sgorga il segreto.




Adoro Te devotamente,

oh Dio nascosto,

Sotto queste apparenze

Ti celi veramente:

A te tutto il mio cuore si abbandona,

Perché, contemplandoTi, tutto vien meno.















 

Nel testo dell’inno ADORO TE DEVOTE Tommaso torna sulla questione delle percezioni sensoriali e scrive (link)


Visus, tactus, gustus in te fallitur,

sed auditu solo tuto creditur;


La vista, il tatto, il gusto, inTe si ingannano, Ma solo con l'udito si crede con sicurezza:



 

Il prossimo inno vi suonera’ familiare: PANIS ANGELICUS (dall’inno SACRIS SOLEMNIS). Tradotto in diverse lingue, l’autore e’ sempre Tommaso d’Aquino. Cliccate qui per ascoltarlo.

Mi chiedo come avrebbe reagito Tommaso d’Aquino nell’udire il suo inno scritto in latino e cantato in arabo. Ecco qui la versione cantata dalla comunita’ cattolica di Beit Hannina a nord di Gerusalemme.

Al minuto 8 fate attenzione perche’ introducono l’Ostia consacrata nell’ostensorio e al minuto 11:30 potrete vedere la processione accompagnata dagli inni di Tommaso d’Aquino.


 

E ora, arriva il pellicano!


Nello stesso inno ADORO TE DEVOTE, alla sesta strofa (ascoltate dal link al minuto 3.30) Tommaso descrive Gesu’ come un pellicano che col suo sangue cancella il peccato:


Pie pellicane, Iesu Domine,

me immundum munda tuo sanguine;

cuius una stilla salvum facere

totum mundum quit ab omni scelere

Oh pio Pellicano, Signore Gesù,

Purifica me, immondo, col Tuo sangue,

Del quale una sola goccia può salvare

Il mondo intero da ogni peccato.

 

Come mai il pellicano diventa il simbolo di Gesu’?


Uno degli attributi dati a Cristo è quello del pellicano, impiegato anche nel “Adoro Te devote”. L'origine di tale simbolo è legata ad una antica leggenda secondo la quale questo uccello nutre la prole con la propria carne e il proprio sangue (si sacrifica per i suoi figli). In epoca medievale il pellicano divenne simbolo dell'abnegazione e del sacrificio genitoriali e allegoria del supremo sacrificio di Cristo, fonte di vita per l'umanità.



 

Il pellicano e’diventato il simbolo della cordialita’, sacrificio e lealtà verso gli altri ed e’ un’icona accettata in ogni angolo del globo indipendentemente dalla cultura o dal credo religioso.

Negli Stati Uniti, ad esempio, lo stato della Louisiana ha scelto la figura del pellicano che nutre tre pulcini e tre gocce di sangue come bandiera simbolo dello stato nonche’segno di lealta’ verso di esso.


A Cambridge, in Inghilterra, nel XIV sec. nasce un colleggio chiamato appunto "Corpus Christi" (la sua fondazione, e’avvenuta dopo una epidemia...).

Sebbene l'Inghilterra non sia una nazione Cattolica, il Collegio anglicano non ha cambiato ne’il nome ne’ il simbolo: un pellicano con le gocce di sangue spruzzate sui suoi pulcini. Nelle foto in basso mi trovo appunto a Cambridge:




 

Il pellicano a Gerusalemme:


Se avessi dovuto mettere insieme tutte le foto dei pellicani nel mondo cristiano avrei raggruppato migliaia di esemplari. Mi concentrero’ solo su Gerusalemme dove si trova il pellicano originale, come dice D’Aquino, quello che verso’ il suo sangue.

Durante la mia ricerca sul pellicano ho scoperto almeno una ventina di chiese e cappelle di diverse confessioni religiose che contengono questo simbolo.

Eccolo dai Cattolici nel mosaico sul Golgota.

E sull’altare nella cappella dei Franchi all’interno della Chiesa del Santo Sepolcro:


E lo troviamo anche sulle tonache dei sacerdoti Cattolici:


Anche le Chiese orientali a Gerusalemme apprezzano e utilizzano questo simbolo:

qui sulla porta di legno della chiesa ortodossa e sul mosaico pavimentale armeno

(dove?provate ad indovinare!)

Nemmeno I Protestanti rinunciano al pellicano, ecco due esempi scolpiti sulla pietra:

nella chiesa all’interno dell’ospedale Augusta Victoria dei Luterani e all’ YMCA di Gerusalemme


 

Il Cenacolo

Gesu’nelle sembianze di un fenicottero.


La prima rappresentazione in Terra Santa di un uccello che nutre i suoi piccoli risale all’epoca crociata e si trova nel cenacolo.


Sul capitello di una Colonna di marmo vediamo scolpito un volatile con una testa prominente. Questo volatile non deriva dal pellicano ma la sua origine la dobbiamo cercare nel fenicottero.

Due uccelli a destra e due a sinistra penetrano il suo petto.

Anche la prole ha una origine diversa rispetto al pellicano,ci ricorda l’origine del fenicottero.

Nella parte inferiore,ai piedi dei volatili,sembrano esserci dei simboli non bene identificabili che rappresentano qualcosa di negativo.

Il messaggio ci comunica che: l’uccello al centro nutre gli altri. Quelli che succhiano il suo sangue continueranno a vivere per sconfiggere il male.

Non e’ forse questo il messaggio del sacrificio di Gesu’ comunicato nell’ultima cena?

 

L'ornitologia, ovvero la scienza che studia gli uccelli e il loro comportamento, ci dice, a differenza del mito, che il pellicano non nutre i suoi piccoli con il sangue. Come vedete in foto, il piccolo mangia dalla sacca appoggiata sul petto della madre, i pesci che essa ha catturato per lui.

Allora da dove deriva l’interpretazione che il cibo sia sangue?!


Sul legame tra le gocce di sangue e il fenicottero, esiste una spiegazione ornitologica:

innanzitutto le piume del fenicottero sono rossastre dato che esso si nutre di cibo ricco di beta carotene.

Secondo, e molto piu’ importante: sia il macshio sia la femmina del fenicottero nutrono la prole con un liquido rosso prodotto nelle ghiandole. Il latte rosso e’ ricco di grassi, proteine, globuli rossi e bianchi. Nonostante il rosso intenso del liquido versato dai genitori, le piume mantengono un colore rossastro molto meno deciso.

Guardate con attenzione il video e le foto cosi capirete meglio la logica dietro i ragionamenti dell’epoca medievale:



In epoca medievale non c’erano gli ornitologi e si vedevano molti piu’ pellicani che fenicotteri (nonostante I fenicotteri vivevano in determinate zone in Europa). Le storie sui fenicotteri,sul modo in cui alimentavano i loro piccoli, con il sangue della madre, furono fonte di ispirazione e di immaginazione. In questo modo il pellicano e il fenicottero si sono mischiati con il risultato che il pellicano nutre la prole con il metodo del fenicottero. Cosi Gesu’ e’ diventato un pellicano, il cui sangue ha permesso agli altri di sopravvivere.


 

Curiosita’:

Nel 1900 il biologo Prof. Karl Landsteiner (ebreo convertito al cristianesimo) ha scoperto un nuovo metodo per la classificazione del sangue scoprendo il fattore RH che lo porto’ a vincere il Nobel in fisiologia e medicina. La sua immagine e’ riprodotta su una medaglia speciale che viene data agli assidui donatori di sangue. Indovinate cosa e’ raffigurato sull’altra faccia della medaglia? Ecco la risposta...(ringrazio Yakov Nof che ha fotografato questa medaglia ricevuta da suo padre).



 

Finale personale:festeggiamenti del corpus domini a Genzano (Italia)


Nel 2019 ho partecipato ai festeggiamenti del Corpus Domini nella fiorata e felice citta’ di Genzano, nella zona dei Castelli romani in Italia, a circa 1 ora da Roma.

Insieme ad alcuni residenti della Galilea, andammo a vedere personalmente i festeggiamenti in diretta.



Siamo giunti a Genzano per sbaglio la sera prima della festa e abbiamo scoperto che tutti gli addobbi e le decorazioni non erano ancora pronti. Proprio lungo il viale dove era prevista la processione con il vescovo che mostrava l’ostensorio, non c’erano I fiori. Non vi nascondo la nostra delusione. La strada che conduce dalla Chiesa in cima alla collina fino alla Cattedrale era gia’ stata chiusa al traffico e vi erano sopra indicazioni tracciate con il gesso indicazione che i lavori sarebbero avvenuti durante la notte.

Siamo stati ricompensati da un incontro con Padre Marco della Chiesa in cima alla collina. Grazie al traduttore del gruppo,nonche’ alla curiosita’ e alle domande,abbiamo avviato una piacevole conversazione e quando ci siamo salutati abbiamo cantato l’Alleluia insieme a lui...

L’idea di cambiare il programma e tornare a Genzano il giorno dopo si e’ dimostrata una decisione eccellente per via della splendida esperienza vissuta. Alcune foto vi mostrano la bellezza di queste decorazioni. Padre Marco non si e’ dimenticato di noi e,un attimo prima dell’inizio della processione, mi ha accolto in Chiesa.

In questo momento, il pane benedetto contenuto nell’ostensorio esce dalla Chiesa protetto da un ombrello di stoffa ricamata e viene portato in mano da Padre Marco. Lui e gli altri partecipanti alla processione si sono avviati lungo il tappeto fiorato allestito nella note benedicendo cosi i fedeli e la citta’ con il pane benedetto. Una volta giunti alla Cattedrale,lo hanno deposto nella sua dimora permanente,il tabernacolo.




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